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La luce del fuoco di Mimma Sardella

La luce del fuoco
Se fòs in greco significa luce, in latino focus per traslato fuoco come focolare, Fiamma Zagara porta alla luce le immagini concepite nel fuoco dell’ansia creativa che la sostiene per dar loro vita, come testimoni corporei del suo focolare di artista. Così nelle sue opere, bidimensionali eppure corpose come eruttivi bassorilievi, ricompone come antica vestale i frutti della terra, la nostra, devastata dai rifiuti ingombranti che nulla hanno di naturale. Senza germogli sono frutti derelitti. Nelle sue mani i vari elementi: siano essi legno, alluminio, juta, polietilene, tubi, fili, stoffe e ancor’altro, vengono recuperati, assemblati, attorcigliati, distesi pazientemente gli uni sugli altri e ripassati a pennello, intriso di pasta colorata, fino a diventare dipinti e acquistano la dignità demiurgica dell’arte. Con la stessa tecnica, dalla materia a suo modo rimpastata, l’artista crea vere e proprie sculture a tutto tondo, imprimendo un equilibrio frutto della sua ricerca sugli archetipi rivisitati, fatti riemergere da un autentico magma iniziatico, con una passione generatrice assolutamente e fieramente femminile. Fiamma realizza dapprima i grandi cerchi autoportanti che non ruotano eppure alludono fortemente al movimento, poi si rivolge ai prototipi d auliche forme: sono I TRONI, grandi e magnetici come simboli del potere, seggi e cattedre in attesa di essere occupati dalle “loro maestà”. Di dimensioni reali, si allungano taluni nello schienale anelando l’infinito, vestendosi di turgidi colori. Una “teoria” maestosa che trova ospitalità nello splendido spazio della chiesa di s. Maria la Nova, che più ne esalta i sottesi significati oltre che la loro bellezza.