Giornalista, storica dell’arte - Articolo apparso sulla rivista PRAGMATICA, marzo 2009.
Il colore pittorico è uno strumento ideale per esercitare una influenza diretta sull’animo; il colore è il tasto, l’occhio, il martelletto che lo colpisce, è uno strumento dalle mille corde: così ha scritto Vasilij Kandinskij nel suo libro Lo spirituale nell’arte (1910).
Parallelamente, Henri Matisse, ne Le problèmes de la peinture, osservava che per l’artista "il colore, più ancora del disegno, è una autentica liberazione". E’ su questa lunghezza d’onda che si articola il calamitante linguaggio delle opere di Fiamma Zagara esposte a Roma nelle Gallerie Benucci -La Nuvola. Titolo della mostra: "Emozioni a colori".
La chiave di lettura. L’elegante catalogo si apre con l’autorevole prefazione di Claudio Strinati, Soprintendente del Polo Museale Romano: "... è, questa, un’arte piena di slancio, di sincera commozione, di ardente volontà di comunicare (...). Ogni quadro sembra tendere alla condizione ideale del fuoco d’artificio quando, arrivato al culmine della parabola, si allarga e si espande nel cielo e gli dà la scalata. Ma la scalata dura un attimo per poi cedere il posto a una nuova entrata (...). Visti tutti insieme, questi quadri danno la sensazione di un inseguimento visivo per cui ogni opera arriva di rincalzo all’altra fino a comporre un insieme che trasmette energia e voglia di continuare...". Fin qui Claudio Strinati. A sua volta la promotrice della mostra, Ida Benucci, puntualizza nitidamente la straordinaria potenza comunicativa della pittrice: temperamento partenopeo coniugato con una poliennale riflessione fiorentina ed imperniato su un granitico supporto tecnico-culturale.
Chi è. Nome d’arte: Fiamma Zagara. Nome anagrafico: Ester Fiammetta Esposito Zottin. E’ nata a Napoli come un’altra insigne pittrice del nostro tempo, Valeria Corvino (la cui rapida ascesa verso la gloria fu
preconizzata proprio da queste colonne). Fiamma, già docente di lettere, ha insegnato, arricchendosi spiritualmente, a Roma, a Venezia, in Calabria, in Sicilia per poi approdare a Firenze. Ed è proprio nella città medicea che, finalmente, la sua forte vocazione per la pittura lirica è uscita allo scopérto manifestando quella inconfondibile personalità che ha subito suscitato lo stupore e l’attenzione della critica.
Il linguaggio. Tecnica mista per conferire ampio spazio alla creatività ed ed alla immaginazione. Predilezione per gli scenari vasti ed ariosi (spesso con un lato di un metro e mezzo, e relativi effetti spettacolari destinati ad avere una intera parete per ribalta e cornice). Sinfonie cromatiche spesso coniugate con sfoglie di oro cerchino, quali subliminale impreziosimento dell’impulso lirico. Ogni riferimento al poetico astrattismo lirico-cromatico francese, ("tachisme") sarebbe riduttivo e convenzionale. Infatti il fantastico scatenamento dei colori zagariani non è mai fine a se stesso, ma è sempre il supporto di un messaggio, non meramente estetico, che emoziona e coinvolge. A tale proposito é da ricordare quanto scriveva Ettore Cozzani (11 colore nella pittura contemporanea", 1938): "non di rado fanno leva facilista sul colore artisti che non sono transitati attraverso una rigorosa padronanza della forma figurativa". Viceversa il supporto di Fiamma Zagara è la magistrale perizia figurativa (si potrebbe dire "all’antica") riscontrabile nel percorso della sua pittura, quale pedana e pròdromo per una posizione di forte spicco nell’irrequieto panorama dell’arte contemporanea.
Alessandra Giorgi